Le persone appartenenti alla categoria dei fragili vede la possibilità di effettuare lo smart working prolungata fino a giugno 2023.
All’interno del Milleproroghe è stata introdotta la norma che prevede il diritto al lavoro da remoto esclusivamente per i dipendenti pubblici e privati “fragili” e genitori di prole che ha meno di 14 anni, fino al prossimo mese di giugno.
Chi farà smart working
Sulla Gazzetta Ufficiale 49 del 27 febbraio 2023 è stata pubblicata la conversione del decreto 198/2022 (legge 14/2023).
Questo diritto però non è esteso a tutti lavoratori, ma dovranno esserci delle condizioni specifiche. Vediamo le principali novità introdotte dalla legge, è possibile individuare le seguenti categorie che potranno beneficiarne:
- I lavoratori fragili che potranno optare per lo smart working fino alla nuova data di scadenza. Non saranno necessari accordi individuali e anche ricoprendo compiti diversi, purché rientrino nella stessa categoria o area di inquadramento, così come definite dai contratti collettivi vigenti.
- I genitori con figli minori di 14 anni potranno beneficiare della proroga dei termini fino al 30 giugno 2023. Si tratta di una possibilità venuta meno dallo scorso 31 dicembre e che non è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2023. Previsto però solo per i lavoratori privati. Questo diritto però potrà essere fatto valere solo in queste condizioni:
- Il nucleo familiare non ci sia già un altro genitore che usufruisce di strumenti di sostegno al reddito. All’interno del nucleo familiare l’altro genitore deve essere lavoratore.
- La tipologia di lavoro e del suo svolgimento deve essere compatibile con il lavoro da casa.
Nel comunicato stampa rilasciato da Governo si legge:
Il Ministro Marina Calderone, in tal senso, aveva già annunciato durante il question time al Senato del 26 gennaio scorso l’impegno a trovare le risorse per permettere la proroga dello smart working oltre il 31 marzo. Impegno concretizzatosi grazie alle coperture finanziarie (16 milioni di euro), oltre che del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, anche dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dell’Istruzione e del Merito ad un emendamento al Decreto Milleproroghe approvato stamattina all’unanimità presso le Commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato.